La “pax” amministrativa riberese si è rotta a causa delle solite “poltrone” da dividere fra le forze politiche. Nei giorni scorsi il P.I.D ha reclamato a gran voce posti di potere per i propri uomini, accompagnando tale presa di posizione con una brutale e poco elegante richiesta di azzeramento di tutte le cariche di giunta e di consiglio, minando di fatto la stabilità dell’amministrazione. Per il “bene” della città si giustificano. Il primo obiettivo era il “difensore civico”. L’oggetto del contendere, però, venne meno grazie all’eliminazione dell’istituto da parte del governo regionale. Gli appetiti, allora, si spostarono sulla nomina dei componenti del “nucleo di valutazione”. Che nel palazzo municipale non ci sia un briciolo di opposizione lo sanno tutti.. Non sfugge, però, agli occhi del cittadino attento, che stanno germogliando, fra la società civile, forme diffuse di controllo dell’attività amministrativa così “attente” da far preoccupare anche chi il politico lo fa di mestiere.
Cerchiamo di capire cos’è il “nucleo di valutazione” e perché tante polemiche.
Il “nucleo di valutazione” si istituisce “per la valutazione dell’efficienza e dell’efficacia della gestione dell’ente, dei risultati conseguiti e dell’operato dei dirigenti, è un organo che opera in posizione di autonomia e risponde esclusivamente al Sindaco”. L’organo è competente a “proporre al Sindaco l’accoglimento o il rigetto proposti dai dipendenti avverso le schede di valutazione disposte dal Dirigente”. E’ questa la definizione che ne dà l’art. 28 del regolamento comunale sull’organizzazione degli uffici e servizi e accesso agli impieghi.
La “valutazione” del personale costituisce oggi un processo centrale nell’ambito del management pubblico e la specifica conoscenza delle attitudini e delle competenze, degli atteggiamenti e dei comportamenti, delle prestazioni e dei risultati del personale favorisce l’efficace gestione delle risorse umane, aspetti questi che garantiscono l’erogazione di servizi sempre più efficienti ai cittadini e quindi valutabile positivamente.
Sempre l’art. 28 del regolamento diceva: “il nucleo di valutazione è nominato dal sindaco ed è composto dal Direttore Generale o dal Segretario Generale, che lo presiede e da due professionisti esterni esperti nelle materie del controllo di gestione e delle tecniche di valutazione”. L’incarico del nucleo di valutazione “ha la durata di un anno rinnovabile e il compenso non potrà essere superiore a quello attribuito dal Consiglio Comunale ai revisori contabili. Per i revisori attualmente in carica è stata determinata la cifra di 6.490 euro.
Da un’attenta analisi degli atti pubblici si denota che i due membri esterni del nucleo di valutazione precedente percepivano 6 mila euro annui a testa. Il Segretario generale non percepiva alcuna remunerazione aggiuntiva. Il nucleo precedente era costituito dall’Avv. Antonino Oliveri, poi sostituito dal Dott. Giuseppe Sferra perché il primo fu eletto consigliere comunale, dal Dott. Antonino Palermo e dall’Avv. Alfonso Spataro in qualità di Segretario Generale.
L’attuale amministrazione comunale, con la delibera di giunta 145 del 6 maggio scorso, ha apportato una modifica all’art. 28 del Regolamento di cui sopra, nella parte riguardante la composizione dell’Organo di Controllo. La nuova norma stabilisce che “Il nucleo di valutazione è composto da un unico componente esterno esperto nelle materie del controllo di gestione e delle tecniche di valutazione e degli enti locali”. I componenti del nucleo passano, quindi, da tre ad uno. Secondo la delibera di giunta si tratta di una scelta dettata da motivi di risparmio di spesa.
La stessa delibera ci informa che è stato variato anche il compenso spettante ai componenti del nucleo di controllo: prima era parametrato a quello dei “singoli” revisori contabili e adesso, invece, a quello del “presidente” del collegio dei revisori. Perché questa modifica? Se lo scopo era quello di risparmiare si è andati esattamente nella direzione opposta: il “presidente” del collegio dei revisori, infatti, riceve il compenso spettante al “singolo” revisore maggiorato di una indennità del 50 %, con le determinazioni attuali si tratta di 9.735 euro.
Facciamo due conti: i componenti esterni del precedente nucleo di valutazione prendevano seimila euro annui ciascuno. In totale 12.000 euro. Il componente unico del nuovo “nucleo” di valutazione dovrebbe percepire un compenso massimo di 9.735 euro. Il Sindaco, però, che nel frattempo ha nominato l’Avv. Fabio D’Azzo, quale componente unico del nuovo “nucleo” di valutazione, ha indicato un compenso di 10.933 euro. Qualcosa in più rispetto al parametro indicato. Riassumendo: si passa da una spesa di 12.000 euro ad una di 10.933 e da un nucleo composto da tre persone ad un nucleo con un componente unico. In altre parole: si perde qualità nel servizio e si ha un risparmio economico veramente irrisorio.
Se davvero si voleva risparmiare perché mai è stato aumentato il parametro economico del compenso? E soprattutto perché si è deciso che le funzioni di “nucleo di valutazione” fossero affidate ad un esperto esterno?
Sarebbe stato più coerente affidare le funzioni di componente unico al Direttore Generale del Comune. Sicuramente competente a svolgere le attività di organo di controllo ed a costo zero. Quando l’attuale amministrazione decise di promuovere il Dott. Gabriele Pecoraro da Segretario Generale a Direttore Generale, con un notevole aggravio di costi quantificabili in circa 25.000 euro annui, il segretario attuale del P.I.D Paolo Caterinicchia dichiarò che si trattava di “una scelta politica, per avere un dirigente che si assuma le responsabilità”, “non ci costerà in più”, “oggi per sviluppare il programma amministrativo in maniera veloce effettiva ed efficace, c’è bisogno di un direttore generale che si assuma la responsabilità su tutto quello che riguarda la burocrazia”. Parole al vento?”
L’Associazione “SOS Democrazia”
(Pubblicato sul quindicinale NovantaDue016, n°6 – 1 giugno 2011)