Pubblichiamo la lettera inviata al settimanale “Momenti di vita locale” edito a Ribera.
Gent.mo Signor Mascarella
riteniamo doveroso esprimere alcune considerazioni in merito all’articolo dal titolo “Incauta azione di SOS Democrazia in favore di una specie protetta”, a sua firma, pubblicato nell’edizione n° 1108 di questo settimanale.
Siamo costrette a smontare le sue parole una ad una perché sono un concentrato di inesattezze e falsità. Lei la legge regionale n. 6/2011 non l’ha nemmeno letta. Ha costruito il suo articolo basandosi su una cattiva e fantasiosa interpretazione del nostro comunicato stampa. Non solo. Lei non ha verificato la notizia secondo la quale il nostro Direttivo sarebbe composto solo da uomini. Eppure ne aveva i mezzi e le possibilità. Un buon giornalista prima di lasciarsi andare a divagazioni e sarcasmi sulla gente per bene ha il dovere di accertarsi che le cose che dice siano vere. Lei non lo ha fatto.
Andiamo per ordine. La legge regionale n. 6/2011 non parla di “quote rosa” o di “specie da proteggere” tanto per adeguarci al suo linguaggio. La norma infatti fa riferimento al concetto della “rappresentanza di genere” ed afferma in modo chiaro ed inequivocabile che “la giunta è composta in modo da garantire la rappresentanza di entrambi i generi”. La giunta quindi non deve essere composta esclusivamente da soggetti dello stesso genere ed è sufficiente la presenza di almeno un componente di genere diverso. Non potrebbe, ad esempio, verificarsi in Sicilia ciò che accade nel comune di Sant’Agata Bolognese dove sia il Sindaco che la Giunta sono composte solo da donne. Quale sarebbe la “specie protetta”?
Se Lei avesse letto quella legge avrebbe evitato di scrivere lo sproloquio di cattivo gusto sul “femminismo”, sulla “dignità del popolo delle donne” e sulla protezione della “specie”. Questa volta, ha preso proprio una grossa cantonata.
Lei, in un crescendo di inutile sarcasmo, ha affermato che il Direttivo di S.O.S Democrazia è composto rigorosamente di soli maschi. Lei ha detto il falso venendo meno alla regola basilare del giornalismo: la verifica della notizia. Le bastava comporre uno dei tre numeri che ha trovato sul sito o scriverci una email e avrebbe ricevuto ogni delucidazione. Il direttivo della nostra associazione è composto da sette persone di cui tre donne. Tutti soci fondatori. Capito?
In questo modo crolla il secondo pilastro del suo articolo. E adesso? Come la mettiamo?
Andiamo alle firme in calce al comunicato. Lei sa benissimo che noi preferiamo firmare i nostri articoli o comunicati semplicemente con il nome dell’associazione. Lei, però, ha posto come condizione per la eventuale pubblicazione dei nostri scritti l’apposizione di almeno una firma. Regola superflua visto che l’associazione è registrata presso l’Agenzia delle Entrate ed i membri sono noti per essere intervenuti in numerosi eventi pubblici.
Come mai Lei pubblica periodicamente le interviste ad un “osservatore misterioso” che spara giudizi sulla gente nascondendosi dietro un comodissimo anonimato? È questa la sua coerenza?
La dicitura “per il direttivo” indica con chiarezza che i quattro firmatari non sono gli unici componenti dello stesso. Vede Le nostre azioni sono sempre decise e preparate con il contributo di tutti i dirigenti. La scelta di far firmare la nota ai quattro uomini del gruppo rispondeva al desiderio di evidenziare che le battaglie di civiltà non hanno “genere”. L’idea è stata lanciata da noi donne ed approvata dall’intero direttivo: visto che nella nostra città sono le donne ad essere discriminate in politica, siano gli uomini a dare un segnale. Azione nobile e degna di rispetto.
Come vede il nostro pensiero è distante anni luce dal suo. E’ diametralmente opposto alla cultura espressa dal suo articolo. Dal suo linguaggio traspare un maschilismo velato e strisciante. Vede noi non ci sentiamo né specie “protetta” né “in via d’estinzione” e soprattutto non accettiamo lezioni di femminismo. Lei confonde la galanteria con il maschilismo e mescola le epoche storiche. Lei è ancora legato agli schemi ideologici ed ai blocchi mentali dello “scontro” fra generi. Noi chiediamo semplicemente il rispetto della legge regionale sulla rappresentanza minima di genere. Le divagazioni sul ’68 e sui movimenti femministi di quel tempo sono fuori luogo, fuori tempo e non ci interessano. E poi la smetta di utilizzare e ripetere il termine “attributi” e di riferirlo alle donne. Siamo stanche di questi mezzucci utilizzati in passato. Ma in che epoca le sembra di vivere? Dal ’68 ad oggi sono trascorsi 44 anni. Riesce a rendersene conto?
Nel suo tentativo goffo di denigrare la nostra associazione ha anche utilizzato una frase dei ragazzi di Addiopizzo. Ci viene da sorridere visto che il suo giornale di mafia si occupa di rado. Eppure viviamo in una provincia ad alta densità mafiosa. Lei è riuscito a tacere sugli ultimi drammatici risvolti della vicenda del testimone di giustizia Ignazio Cutrò. Come mai? Eppure del caso ne hanno parlato il Tg1, il Tg5, programmi di approfondimento su La 7, Striscia la Notizia, la Repubblica, il Corriere della Sera, tutte le TV e le testate giornalistiche del territorio. Lei non vede, non sente e non parla? Come mai questo attacco ad SOS Democrazia? stiamo solo chiedendo il rispetto di una legge che promuove una rappresentanza equilibrata fra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche.
Il Sindaco Pace ride sotto i baffi? Ma quando mai? Il primo cittadino ha immediatamente risposto alla nostra presa di posizione affermando che inserirà “un assessore donna in giunta visto che è la legge a prevederlo”. Non provi a mettere zizzania. Il confronto tra la nostra associazione ed il sindaco si è sempre svolto a viso aperto ed in modo leale. In alcuni casi abbiamo anche collaborato a difesa del nostro territorio.
Ci vuole spiegare cosa c’entra il maschilismo con l’organizzazione interna della nostra associazione?
Sul sito ci sono i numeri di telefono di tre uomini? Embè? Significa che al front-office si dedicano tre componenti uomini dell’associazione, e quindi?
In una delle foto che ha pubblicato era raffigurata una donna, come mai ha ritagliato l’immagine facendo apparire solo i due uomini? Una scorrettezza per provare ad avvalorare la sua falsa tesi?
Prima di salutarla la invitiamo a mostrare più rispetto nei confronti delle donne e degli uomini di S.O.S Democrazia. Cerchi di essere meno sguaiato. Stiamo provando ad affrontare temi difficili che la politica locale e certi giornalisti come lei ritengono di trattare marginalmente. Lo facciamo a nostre spese e non chiediamo nulla in cambio. Qualche volta possiamo sbagliare è ovvio ma non è sicuramente questo il caso.
Distinti Saluti
Rosamaria Tornambè – Segretario –Tesoriere “S.O.S Democrazia”
Teresa Leo – Consiglio Direttivo “S.O.S Democrazia”
Ivana Siragusa – Consiglio Direttivo “S.O.S Democrazia”